Queste sono dieci righe. Dieci righe di cio’ che mi fa innamorare.
Nove righe di bambini, stupiti tra gli impiegati alienati.
Di tramonti rosati, nella nebbia grigia di un ingorgo.
Sette righe di piccolezze, banalita’ e sciocchezze, bistrattate e ignorate.
Da chi non e’ cieco, ma sceglie di esserlo. Da chi sa vedere, ma rinuncia a guardare.
Sei righe di attenzione, di dettagli.
Quattro righe di gatti, che sonnecchiano tra i lavori in corso.
Tre righe di farfalle. Tra i pendolari che aspettano il treno.
Perche’ e’ nell’ultima riga, nel dettaglio piu’ piccolo, che si nasconde la cosa piu’ bella.
Invisibile.